Questa prima silloge poetica di Elisabetta Bosisio nasce seguendo un ipotetico "Filo di Refe", guidato da un segno grafico che come un cordone ombelicale l'ancora all'autrice. Parole e segno si rincorrono, intersecano, si congiungono e tornano a sè
stanti, unici, dove l'esigenza del dettato lo impone. Il fluire delle immagini poetiche sembrano sgorgare dall'anima dell'autrice assetata di scoprire cosa c'è dietro l'angolo, dove la vita all'improvviso sembra fermarsi. Ma ecco il sottile " filo di
refe" avanzare nei meandri della memoria e catturare nel gioco grafico disegni immagini che si palesano improvvisi. Il fascino di questa raccolta di segni grafici e testi poetici è racchiuso in questa alternanza complice di un'artista che decide all'improvviso
di svelarsi e nel farlo crea contrasti alternati e sovrapposti all'immagine medesima. E' un continuo svelarsi e proporsi che crea nel fruitore la sensazione di una personalità artistica partecipe nell'essere, proiettata in un sicuro divenire.
( Maria Organtini )